sabato 18 novembre 2023

“Advanced Landing Ground” (ALG) East e West di Termini Imerese nel luglio 1943 - Intervista allo storico Rosario Finocchiaro

Cefalunews, 4 dicembre 2013

Dopo l’occupazione americana di Termini Imerese avvenuta il 23 luglio del 1943, gli statunitensi, consapevoli della felice posizione strategica del territorio, decisero di sfruttarlo a proprio vantaggio. 

Favoriti soprattutto dalla presenza di un campo di volo militare, ossia: una “striscia d’atterraggio d’emergenza” (realizzata verosimilmente prima del 1943, inizialmente in uso della Regia Aeronautica e in seguito quasi certamente anche dalla Luftwaffe). La conformarono per ospitarne i propri velivoli. 

Gli americani, dunque, realizzarono sul finire del luglio 1943 “l’Advanced Landing Ground” (ALG) articolata su due satelliti East e West.

Le piste di volo di Termini Imerese accolsero pertanto gli aerei che sostennero le operazioni militari sulle coste della penisola italiana. Le ALG rimasero in funzione sino alla fine del 1943, e in seguito furono smantellate e progressivamente abbandonate. 

Chiediamo allo storico militare Rosario Finocchiaro quale fu in particolar modo la funzione dell’ALG nel territorio imerese e quali velivoli transitarono sulle anzidette strisce di atterraggio.

«La realizzazione dell’ALG (Advanced Landing Ground) Termini East & West nacque dall’esigenza degli Alleati di assicurarsi un efficace “ombrello aereo” per le previste operazioni di sbarco sulle coste della penisola italiana. 

Il principale caccia per superiorità aerea, presente in gran numero nei Gruppi statunitensi e britannici, era il Supermarine Spitfire nelle versioni Mk V, VIII e IX, ottimo combattente ma penalizzato dalla limitata autonomia: il raggio d’azione, infatti, non superava i 700 Km con una permanenza sull’obiettivo di non più di 20 minuti.

La disponibilità di basi sulla costa nord della Sicilia avrebbe consentito agli Spitfire un ragionevole periodo di permanenza sulle teste di ponte calabresi e campane. Termini fu quindi prescelta per la sua posizione geografica e, quasi sicuramente, perché vi era una preesistente striscia d’atterraggio d’emergenza in uso alla Regia Aeronautica ed alla Luftwaffe. 

Le fonti italiane sono abbastanza nebulose in merito, ma una conferma “indiretta” viene da Jochen Prien che, nel secondo volume del suo monumentale ed autorevole “JG 53, history of Pik As Geschwader” ha pubblicato una cartina della Sicilia con gli aeroporti e le strisce d’atterraggio utilizzate dai Tedeschi PRIMA dello sbarco alleato del Luglio 43, e, tra questi, è chiaramente indicata Termini.


La costruzione della ALG iniziò a fine Luglio, subito dopo l’occupazione americana della zona. L’Army Corps of Engineers provvide a spianare l’area ed a posare le PSP (Pierced Steel Planking, le famose “grelle”) per creare le piste e i raccordi per le aree di decentramento.

Il complesso aeroportuale si articolava su due satelliti, East & West. Non furono create strutture fisse, il personale veniva alloggiato in tende e, forse, in qualche baracca prefabbricata. 

L’area è stata identificata come situata in Contrada Notarbartolo e Fiume Inesa, dietro Villaggio Tedeschi. Già dal 1° di Agosto vi si trasferì l’intero 31st FG con gli Sqn 307th, 308th e 309th su Spitfire Mk V, Mk VIII e Mk IX.

Il personale americano apprezzò molto la nuova base, specie per la vicinanza a Palermo. Il 31th FG rimase a Termini sino al 2 Settembre 1943, quando si trasferì a Milazzo. Dal 1° di Ottobre al 31 Dicembre 43 Termini ALG fu poi sede della 9th Evacuation Station gestita dal 56th Medical Battalion, una Unità che si occupava della prima assistenza medica e dell’evacuazione per via aerea dei feriti sfruttando appunto le piste in PSP, capace di 750 posti letto, per cui furono indubbiamente presenti i C-47. Non ci sono più notizie della base dai primi del 44 in poi, probabilmente fu smantellata ed abbandonata».

Foto a corredo dell'articolo: “Wacky Macchi”, un MC 202 Folgore catturato dal 31th FG, ridipinto con insegne americane e riutilizzato per voli “di piacere” a Termini, Agosto ‘43.

Giuseppe Longo

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