Cefalunews, 4 dicembre 2013
Dopo l’occupazione americana di Termini Imerese avvenuta il 23 luglio del 1943, gli statunitensi, consapevoli della felice posizione strategica del territorio, decisero di sfruttarlo a proprio vantaggio.
Favoriti soprattutto dalla presenza di un campo di volo militare, ossia: una “striscia d’atterraggio d’emergenza” (realizzata verosimilmente prima del 1943, inizialmente in uso della Regia Aeronautica e in seguito quasi certamente anche dalla Luftwaffe). La conformarono per ospitarne i propri velivoli.
Gli americani, dunque, realizzarono sul finire del
luglio 1943 “l’Advanced Landing Ground”
(ALG) articolata su due satelliti East e West.
Le piste di volo di Termini Imerese accolsero pertanto gli aerei che sostennero le operazioni militari sulle coste della penisola italiana. Le ALG rimasero in funzione sino alla fine del 1943, e in seguito furono smantellate e progressivamente abbandonate.
Chiediamo allo storico militare Rosario Finocchiaro quale fu in
particolar modo la funzione dell’ALG nel territorio imerese e quali velivoli
transitarono sulle anzidette strisce di atterraggio.
«La realizzazione dell’ALG (Advanced Landing Ground) Termini East & West nacque dall’esigenza degli Alleati di assicurarsi un efficace “ombrello aereo” per le previste operazioni di sbarco sulle coste della penisola italiana.
Il principale caccia per
superiorità aerea, presente in gran numero nei Gruppi statunitensi e britannici,
era il Supermarine Spitfire nelle versioni Mk V, VIII e IX, ottimo combattente
ma penalizzato dalla limitata autonomia: il raggio d’azione, infatti, non
superava i 700 Km con una permanenza sull’obiettivo di non più di 20 minuti.
La disponibilità di basi sulla costa nord della Sicilia avrebbe consentito agli Spitfire un ragionevole periodo di permanenza sulle teste di ponte calabresi e campane. Termini fu quindi prescelta per la sua posizione geografica e, quasi sicuramente, perché vi era una preesistente striscia d’atterraggio d’emergenza in uso alla Regia Aeronautica ed alla Luftwaffe.
Le fonti italiane sono abbastanza nebulose in
merito, ma una conferma “indiretta” viene da Jochen Prien che, nel secondo
volume del suo monumentale ed autorevole “JG 53, history of Pik As Geschwader”
ha pubblicato una cartina della Sicilia con gli aeroporti e le strisce
d’atterraggio utilizzate dai Tedeschi PRIMA dello sbarco alleato del Luglio 43,
e, tra questi, è chiaramente indicata Termini.
Il complesso aeroportuale si articolava su due satelliti, East & West. Non furono create strutture fisse, il personale veniva alloggiato in tende e, forse, in qualche baracca prefabbricata.
L’area è stata identificata come situata in Contrada
Notarbartolo e Fiume Inesa, dietro Villaggio Tedeschi. Già dal 1° di Agosto vi
si trasferì l’intero 31st FG con gli Sqn 307th, 308th e 309th su Spitfire Mk V,
Mk VIII e Mk IX.
Il personale americano
apprezzò molto la nuova base, specie per la vicinanza a Palermo. Il 31th FG rimase
a Termini sino al 2 Settembre 1943, quando si trasferì a Milazzo. Dal 1° di
Ottobre al 31 Dicembre 43 Termini ALG fu poi sede della 9th Evacuation Station
gestita dal 56th Medical Battalion, una Unità che si occupava della prima
assistenza medica e dell’evacuazione per via aerea dei feriti sfruttando
appunto le piste in PSP, capace di 750 posti letto, per cui furono
indubbiamente presenti i C-47. Non ci sono più notizie della base dai primi del
44 in poi, probabilmente fu smantellata ed abbandonata».
Foto a corredo dell'articolo: “Wacky Macchi”, un MC 202 Folgore catturato dal 31th FG, ridipinto con insegne americane e riutilizzato per voli “di piacere” a Termini, Agosto ‘43.
Giuseppe Longo
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