Cefalunews, 3 febbraio 2022
Il 3 settembre 1943 a Cassibile nelle vicinanze di Siracusa, all’interno di una grande tenda militare venne firmato l’armistizio tra il governo italiano di Pietro Badoglio (1871-1956) e gli Alleati.
L’armistizio sancì la conclusione delle ostilità tra l’Italia e gli anglo-americani. Fu chiamato anche “armistizio corto”, più che altro si trattò di uno stralcio di documento poiché contenne alcune clausole militari (dodici articoli in tutto).
In realtà, a Cassibile si ratificò un
accordo non ancora ultimato che in seguito e in un’altra località, sarà
definito e stipulato col nome di “armistizio lungo”.
La resa incondizionata dell’Italia fu sottoscritta dal Generale Giuseppe Castellano (1893-1977), mentre per gli Alleati, firmò il Generale Walter Bedell Smith (1895-1961) alla presenza del Generale americano Dwight David Eisenhower (1890-1969).
Il 29 settembre 1943, nelle acque antistanti l’isola di Malta, a bordo della corazzata inglese HMS Nelson, fu firmato invece l’armistizio lungo” o “Armistizio di Malta” (consistente in 44 articoli).
In esso furono inserite le
condizioni aggiuntive a quelle già preliminarmente ratificate a Cassibile il 3
settembre. Quel giorno a rappresentare il Regno d’Italia fu Pietro Badoglio,
mentre per gli Alleati sottoscrisse il Generale Eisenhower.
Sin dal maggio 1943 la Wehrmacht aveva elaborato un
piano, chiamato “Operazione Alarico”, che sarebbe dovuto entrare in azione nel
caso di un’improvvisa uscita dell’Italia dallo schieramento delle Potenze
dell’Asse. Il piano militare fu attuato come vedremo l’8 settembre per opera
dell’Alto comando delle forze armate tedesche (Oberkommando der Wehrmacht) e
assunse il nome in codice di “Operazione Achse”.
Sostanzialmente il comando supremo delle forze
armate tedesche (OKW) dopo l’uscita dell’Italia dal Tripartito, si attivò per
neutralizzare le forze armate italiane (anche quelle dislocate nei vari teatri
bellici), occupando la nostra penisola.
Tuttavia, il Generale Castellano fin dalla
primavera del 1943 aveva preparato un piano segreto per defenestrare Benito
Mussolini (1883-1945), e di conseguenza tastare le reazioni del regime. Il
progetto fu reso esecutivo dopo l’arresto del “Capo del governo primo ministro
segretario di Stato”, avvenuto il 25 luglio.
In realtà, prevedendo un eventuale conflitto con i
tedeschi (allora nostri alleati), il Capo di Stato Maggiore generale Vittorio
Ambrosio (1879 – 1958), scelse Castellano, come rappresentante da inviare in
assoluta segretezza, prima in Spagna e poi in Portogallo per descrivere agli
Alleati la situazione su cui versava il nostro paese in quell’attuale momento.
Ma, soprattutto, di conoscere le reali intenzioni degli anglo-americani (che
ricordiamo, erano ancora nostri potenziali nemici), per ottenere un ragionevole
armistizio.
Lo scopo essenziale della delicata missione fu di
sollecitare gli Alleati per un loro intervento, poiché le forze armate italiane
non erano sufficientemente in grado per difendersi dai tedeschi.
Il 12 agosto, Castellano partì in treno (alle ore 20.00) “col direttissimo di Torino, cui era agganciato il vagone diretto in Portogallo” e raggiunse Madrid il 15. Il nostro emissario fu registrato sotto il nome fittizio di “Raimondi”; e con la copertura di un passaporto che gli servì solamente come carta d’identità per eludere i servizi segreti tedeschi.
Il Signor “Raimondi-Castellano”, quindi si
rivelò di essere un dipendente del “Ministero per gli scambi e le valute”.
Nella capitale madrilena prese contatto con
l’ambasciatore britannico Samoel Hoare (1880-1959). Dopo aver riferito in modo
organico e preciso quanto doveva, l’indomani partì per Lisbona. Lì, arrivò il
16, e il 17 incontrò dapprima l’ambasciatore britannico Sir Ronald Hugh
Campbell (1883-1953), e poi il 19, il Generale Bedell Smith, capo di stato
maggiore di Eisenhower. Da quel preciso momento il piano escogitato dal Governo
italiano tramite Castellano, entrò nella fase cruciale.
Egli tornò a Roma il 27. Due giorni dopo fu
convocato da Badoglio al Viminale insieme a Raffaele Guariglia (1889-1970),
Ministro degli affari esteri e Vittorio Ambrosio, per gli ultimi dettagli della
pianificazione prima della partenza per la Sicilia.
Il Generale Castellano, come si raccontò nel suo
libro: “Come firmai l’armistizio di Cassibile”
così scrisse circa l’arrivo a Termini Imerese, prima tappa del suo viaggio che
poi lo condurrà a Cassibile, dove incontrerà in una tenda campale, gli alti
comandi anglo-americani.
[…] Lascio il
Viminale. Finalmente ho un pezzo di carta scritta e delle direttive precise.
Ritorno a Palazzo Vidoni da dove spedisco un telegramma cifrato a mezzo della
radio inglese, e nel quale informo che l’indomani mattina sarei partito alla
volta di Termini Imerese per giungervi verso le ore 9. A sera arriva il
seguente cifrato dagli alleati: «Il generale Smith e Strong e gli altri
rappresentanti del comando Supremo alleato attendono il generale Castellano
all’aeroporto di Termini Imerese verso le 9 martedì 31 agosto senza fallo. Vi
sono molti punti da discutere. L’aereo del generale Castellano dovrebbe volare
all’altezza di cinquemila piedi durante il viaggio. Il generale Frattini che si
trova qui sarà anche lui presente alla discussione.» (Frattini era il
pseudonimo di Zanussi).
[…] Ci
riuniamo sotto una grande tenda. Presiede Smith; sono presenti Strong, il
commodoro Dick della Marina britannica, un generale inglese dello S.M. di
Alexander, il generale di aviazione americano Canon, il capitano inglese Deann
conoscitore della lingua italiana, Zanussi, Montanari […].
[…] Partiamo
alle 16 circa con un aereo americano dall’aeroporto di Cassibile diretti a
Termini Imerese ove troviamo Mancini che ci attende, col suo aereo. Partiamo
per Centocelle ove atterriamo alle ore 19. Circa. Durante il viaggio Zanussi
riepiloga per conto proprio i punti più importanti del colloquio e mi fa
leggere quanto ha scritto […].
[…] Giunti a
Centocelle, inaspettati, raccontiamo al personale dell’aeroporto che si viene dalla
Sardegna. L’equipaggio di mancini è edotto al riguardo e gli tocca la stessa
sorte dell’equipaggio di Vassallo, cioè la segregazione sino al giorno
dell’armistizio […].
Da come se ne deduce, Castellano arrivò in Sicilia per negoziare con gli Alleati a bordo di un Savoia-Marchetti S.M.79 Sparviero (con le insegne del fascio littorio celate dalla vernice), pilotato dal Maggiore Mancini.
L’aereo proveniva dall’aeroporto di Centocelle, e fece scalo nel campo di volo militare di Termini Imerese, ossia, “una striscia d’atterraggio d’emergenza”, precedentemente usata dalla Regia Aeronautica e della Luftwaffe.
Ad aspettare l’incaricato del Governo italiano furono i
generali Walter Bedell Smith e Smith Kenneth Strong (1900- 1982). I tre uomini
salirono a bordo di un velivolo statunitense alla volta dell’aeroporto di
Cassibile. Il nostro emissario, dopo essersi consultato con gli
anglo-americani, fece ritorno a Roma ripercorrendo lo stesso itinerario come
per l’andata.
[…] Nella
notte seguente, dall’1 al 2 settembre, giunsero a Roma due telegrammi del
Generale Smith. Con uno si chiedeva che io raggiungessi la Sicilia l’indomani,
con l’altro si dava a noi assicurazione che l’operazione della divisione
paracadutisti era già allo studio assieme a quello relativo allo sbarco dei
pezzi controcarri e si chiedeva che fossero indicati gli aeroporti dove
potevano sbarcare i paracadutisti.
La
risposta a quest’ultimo telegramma venne data dal nostro Comando Supremo quando
io ero a Cassibile. Era così concepita: «In merito al vostro messaggio N.I vi
informiamo che per gli sbarchi delle truppe aviotrasportate si potrebbero
adoperare gli aeroporti di Centocelle, dell’Urbe e di Guidonia». Con tale
risposta era esplicitamente riconfermata l’accettazione della divisione
paracadutisti.
La
mattina del 2 settembre partiii da Guidonia con Montanari, anche questa volta
offertosi volontariamente (I). Pilota il Maggiore Vassallo. Era con noi anche
il Maggiore Marchesi del Comando Supremo. Durante questo viaggio, a differenza
del primo, ci vennero incontro a metà strada due caccia inglesi per scortarci.
Solita
sosta a Termini Imerese per cambiare aereo. Era qui ad attenderci Smith.
Durante il viaggio da Termini Imerese a Cassibile Smith parlò a lungo e
concitamente con Montanari […].
Quindi, il Generale Castellano partì per l’ennesima
volta da Roma e raggiunse Termini Imerese, probabilmente con lo stesso aereo,
ma indubbiamente con un altro pilota, il Maggiore Giovanni Vassallo. A Termini
Imerese, Castellano fu accolto dal Generale Smith, e dopo aver cambiato
velivolo i due, si diressero nuovamente a Cassibile.
Infatti, le trattative e le discussioni di carattere militare con gli anglo-americani ancora non erano terminate.
Il 5
settembre, Marchesi e Vassallo partirono da Cassibile per Roma, avevano con sé
una serie di documentazioni: copia dell’armistizio firmato da Castellano, le
clausole aggiuntive, e altri incartamenti di carattere militare, scritte in
inglese, ma tradotte da Montanari. Anche Castellano il 7 partì da Cassibile ma
la sua destinazione sarà Tunisi.
Però, come vedremo in seguito, da lì a pochi giorni
nel resto della penisola italiana si prospetterà un ineluttabile destino,
oscuro e tremendamente triste.
Quanto abbiamo riferito, è una parte di storia già
conosciuta, come del resto sono anche noti gli eventi tragici accaduti dopo l’8
settembre 1943.
Però non è conosciuta ai più la foto del famoso – Savoia-Marchetti S.79 Sparviero – che fece scalo nel “nostro” campo di volo, e che ospitò il Generale Giuseppe Castellano. Sono tre le immagini (una in bianco e nero e due a colori) che pubblichiamo qui per la prima volta in questa testata giornalistica. E’ una documentazione veramente eccezionale.
A parte la
ricca storiografia sulla vicenda dell’armistizio di Cassibile (che gioco forza,
la città di Termini Imerese ne fu pure coinvolta), di cui si segnala in
particolar modo il “libro-memoria” di Castellano.
Ciò nonostante mancava ancora un tassello per
completare questo grande puzzle. Il pezzo mancante era l’immagine che
immortalava il velivolo che fece scalo a Termini Imerese. La pista di volo era
denominata “Advanced Landing Ground” (ALG).
Certamente, in mancanza di una relativa
descrizione, non siamo in grado di stabilire per ogni foto, la data esatta
dell’arrivo del S.M.79 all’ALG, o la partenza dello stesso trimotore verso gli
aeroporti di Roma. Tuttavia, siamo propensi a datare le immagini (catturate in
internet) tra il 31 luglio o il 2 settembre del 1943.
Per rendere ancora più esaustivo il nostro
articolo, abbiamo chiesto al Dott. Geol. Donaldo Di Cristofalo (1) di
descriverci il Savoia-Marchetti S.M.79 immortalato in località “Pistavecchia –
Canne Masche” in territorio di Termini Imerese (PA).
«L’8
settembre 1943 viene firmato l’armistizio che pone fine allo stato di
belligeranza tra l’Italia e gli “Alleati”. Tale storico evento vede coinvolto
anche il territorio comunale di Termini Imerese, all’interno del quale, e
precisamente presso l’attuale Area di Sviluppo Industriale di loc. Pistavecchia
– Canne Masche, era all’epoca operante un aeroporto militare statunitense a
supporto delle operazioni in Sicilia.
Poco prima delle nove di mattina del 31 agosto 1943 l’aeroporto vede l’arrivo di un aereo pilotato dal Magg. Mancini, con a bordo il Generale Giuseppe Castellano, accompagnato dal Magg. L. Marchesi e dall’interprete Franco Montanari del Ministero degli Esteri.
Tali autorità vengono trasferite su un aereo alleato e,
accompagnati dal britannico Brigadier Generale Kenneth Strong, Assistente Capo
dello Staff “Intelligence” del Generale Eisenhhower e dal Capo di Stato
Maggiore di questi, Gen. Bedell Smith, volano fino a Cassibile, sede del
quartier generale del 15° Gruppo di Armate alleate, per le trattative di resa
della Nazione (“armistizio corto”).
Il 2
settembre il viaggio viene ripetuto (stavolta ai comandi vi è il Magg. Giovanni
Vassallo) e l’indomani la resa dell’Italia viene sottoscritta, divenendo attiva
il successivo 8 settembre, data dell’annuncio ufficiale di Badoglio.
Una serie
di eccezionali foto, alcune a colori, rinvenute su siti internet, documentano
tali episodi, immortalando l’aereo che trasportava Castellano.
Si tratta
di un Savoia Marchetti S.M. 79 Sparviero, uno dei velivoli iconici
dell’aviazione italiana durante il conflitto, specie per l’utilizzo quale
aerosilurante.
E’ noto
che alcuni esemplari erano stati modificati per il trasporto di personalità,
con la sigla S.M. 79P, ma quello fotografato appare essere un esemplare da
combattimento e precisamente uno appartenente alla cosiddetta III Serie,
riconoscibile per l’antenna radio in cima alla “gobba”. Tali velivoli venivano
costruiti come tali o ottenuti per ammodernamento di precedenti versioni, in
occasione di lavori di manutenzione.
La presenza della gondola ventrale fa ritenere che si trattasse appunto di un velivolo ricondizionato, in quanto tale appendice era stata eliminata negli esemplari più recenti, con un incremento delle prestazioni (velocità/autonomia).
Si osservi come siano state obliterate, con una sommaria
verniciatura, le insegne a tre fasci littorio sulle ali, conservando la fascia
bianca in fusoliera e la croce sabauda in coda. Anche sulla cappottatura NACA
dei motori radiali si distinguono delle sottili fasce bianche. Non si
distinguono invece insegne e numero di reparto. La colorazione dell’aeroplano
infine sembrerebbe di un uniforme verde oliva scuro.
Lo
speciale utilizzo dell’aereo viene infine evidenziato dalla presenza di
ulteriori antenne radio, sulla parte superiore della fusoliera, appena dietro
la gobba, verosimilmente installate per consentire i necessari contatti con gli
anglo-americani durante i voli.
Purtroppo
non è possibile datare tali immagini, che possono pertanto riferirsi sia al 31
agosto che al 2-3 settembre 1943.
Per
finire, una curiosità. Pare che per scortare tali importantissimi voli, gli
Alleati mandarono loro incontro dei caccia i quali, all’insaputa dei piloti,
erano privi di munizioni a bordo, per evitare spiacevoli disguidi…»
(I) Desidero mettere in rilievo il comportamento di
questo giovane funzionario, che pur non avendo obbligo alcuno di andare in volo
su e giù per il Tirreno, ove gli incontri spiacevoli erano molto probabili, per
due volte consecutive ha chiesto insistentemente di accompagnarmi.
(1) Geologo, già funzionario presso il Comune di
Termini Imerese (PA), appassionato di storia militare e membro del “Comitato
spontaneo per lo studio delle fortificazioni militari”.
Bibliografia e sitografia:
Giuseppe Castellano, “Come firmai
l’armistizio di Cassibile”, Mondadori, 1945
Pietro Badoglio, “L’Italia nella seconda
guerra mondiale – memorie e documenti”, Mondadori, 1946
Giacomo Zanussi, Guerra e catastrofe
d’Italia, Giugno 1943 Maggio 1945, Corso, 1946.
Winston Churchill, La Campagna
d’Italia, Mondadori, 1951
Raffaele Guariglia, Ricordi:
1922-1944, S.E.I., 1949
Ferruccio Botti, Virgilio Ilari, “Il pensiero
militare italiano dal primo al secondo dopoguerra, 1919-1949, Stato Maggiore
dell’Esercito, Ufficio storico, Roma 1985.
Giorgio Rochat, “Le guerre italiane
1935-1943: dall’impero d’Etiopia alla disfatta”, Torino 2005.
Giuseppe Longo, “Pagine
sul secondo conflitto mondiale in Sicilia e nel Distretto di Termini Imerese”, I.S.S.P.E.
Palermo 2021.
Foto di copertina: Campo di volo di Termini Imerese, e l’S 79.
Foto 2 e 3: Campo di volo di Termini Imerese, e l’S 79.
Foto 4: Cassibile, firma dell’armistizio.
Giuseppe Longo
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